
Tecnologia e mobilità: il nuovo volto del trasporto pubblico
Domanda:
Andreoli, Gazzotti, grazie per essere qui. Partiamo da una domanda diretta: in che modo oggi la tecnologia sta cambiando il modo in cui concepiamo e gestiamo il trasporto pubblico?
Roberto Andreoli:
Direi che oggi non possiamo più parlare di trasporto pubblico senza parlare di infrastruttura digitale. […] I sistemi informativi sono ormai centrali: dalla gestione della flotta alla manutenzione predittiva, fino ai sistemi di bigliettazione e monitoraggio in tempo reale. […] La tecnologia abilita una mobilità più efficiente, più sicura, più reattiva.
Franco Gazzotti:
Sì, e mi lasci dire che questo cambiamento non è solo tecnologico, ma soprattutto culturale. […] Il TPL non può limitarsi a essere puntuale, cosa che comunque è già un bel traguardo: deve essere riconosciuto come un servizio di valore, vicino ai bisogni delle persone. […] App, titoli di viaggio digitali, pianificazione in tempo reale sono strumenti utilissimi, ma devono essere progettati per chi li usa, non solo per chi li gestisce. […] Il territorio, l’utenza, le abitudini contano tanto quanto i software.
Domanda:
Parliamo allora di bigliettazione elettronica. È davvero il cuore della trasformazione digitale nel TPL?
Franco Gazzotti:
Lo è, ma non per motivi tecnici. […] La bigliettazione elettronica rappresenta un passaggio culturale: da semplice accesso al servizio a diritto garantito a tutta la cittadinanza. […] Un diritto che oggi si integra con sistemi di pagamento smart, interoperabilità tra operatori, tracciabilità del viaggio. […] È un nodo strategico per una mobilità davvero inclusiva e contemporanea.
Roberto Andreoli:
E allo stesso tempo è uno snodo tecnologico cruciale. […] Un sistema di bigliettazione avanzato genera dati preziosi: flussi, frequenze, comportamenti. […] Questo patrimonio informativo consente di modellare l’offerta in tempo quasi reale, rendendo il servizio più adattivo e sostenibile. […] E naturalmente, di rafforzare il controllo sull’evasione tariffaria.
Domanda:
A proposito: l’evasione è ancora un tema caldo. La tecnologia può davvero fare la differenza?
Roberto Andreoli:
Può farla, se usata bene. […] Strumenti ne abbiamo: validazione elettronica, algoritmi predittivi per le verifiche mirate, integrazione con i sistemi di pagamento digitale. […] Ma serve una strategia solida, una governance centrale che dia coerenza alle iniziative locali, e soprattutto fiducia nel sistema da parte degli utenti.
Franco Gazzotti:
Io dico sempre che la vera lotta all’evasione inizia prima che il passeggero salga sul mezzo. […] Se comprare un biglietto è difficile, macchinoso o poco intuitivo, aumentano le scuse per non farlo. […] Se invece l’esperienza di acquisto è fluida e se l’utente sente che sta contribuendo a un servizio di qualità, allora l’evasione si riduce. […] La tecnologia serve, ma il senso civico lo costruisce la cultura del servizio.
Domanda:
Chiudiamo con una provocazione: cosa manca ancora oggi perché la mobilità pubblica italiana diventi davvero smart?
Roberto Andreoli:
Serve una vera governance dei dati. […] Il potenziale dell’ICT non si esprime solo nella singola tecnologia, ma nella capacità di far dialogare i sistemi, integrare piattaforme, standardizzare protocolli. […] Smart non significa solo digitale, ma connesso. […] E in questo la parte sistemica, infrastrutturale e normativa ha ancora molto da fare.
Franco Gazzotti:
E aggiungerei: serve una visione d’insieme. […] Tante città italiane fanno esperienze eccezionali, ma spesso in ordine sparso. […] Serve più interoperabilità, più coordinamento tra livelli istituzionali, più coraggio nell’investire e sperimentare. […] E, soprattutto, serve ascoltare chi viaggia. Perché il sistema funziona davvero solo quando è pensato a partire dalle persone.





















































